Si conclude con un successo la quarta giornata del Sei Nazioni, Scozia battuta 27-13.

Eravamo favoriti ed abbiamo trionfato, raggiungendo la seconda vittoria in questo Sei Nazioni (impresa riuscita solo nel 2018) giocando oltretutto con la sicurezza delle cosiddette grandi squadre. Davanti ad uno Stadio Monigo colmo di appassionati, la squadra di Massimo Brunello porta a casa una vera e propria battaglia, molto rare nell’ormai rugby moderno. Mentalità, grinta e tecnica sono 3 aspetti determinanti, ed oggi la nostra nazionale ha messo in mostra nel migliore dei modi tutto ciò, chiudendo i conti ad inizio ripresa, gestendo il risultato nell’ultimo quarto di gara.
CRONACA
La Scozia – complice la nostra immediata pressione – ci regala subito il possesso per via di un errore nella recezione.
Segue una mischia interminabile, continui reset, ma poi ci conquistiamo una punizione preziosissima e decidiamo di fare la voce grossa. Senza nemmeno pensarci andiamo in rimessa laterale, componiamo un maul a regola d’arte e ci prendiamo di forza la meta.
7-0 al 4′.
La reazione dei nostri avversari è immediata quanto inaspettata, infatti gli Highlanders recuperano immediatamente il pallone per poi stanziarsi nell’immediato nei 22 italiani.
Tentiamo di negare l’avanzamento in tutti i modi, ma questo induce all’indisciplina. Calcio di punizione facilmente convertibile in 3 punti per Robin McClintock.
L’Italia non ci sta ed agisce di conseguenza. Viene costruita un’azione dal basso, c’è avanzamento, up and under di Garbisi sulla metà campo con successivo recupero di Vincent per l’ennesimo errore nella recezione. Il terza linea compie un’accelerazione da trequarti e viene fermato solo alle porte della zona rossa, con il gioco che viene poi allargato senza però ottenere i tanto sperati 5 punti.
“Gol sbagliato, gol subito” come si suol dire nel gergo calcistico, ma a grandi linee è successo proprio questo. Al 15′ concediamo un’altra punizione agevole nei nostri 22′, con il solito McClintock che sfrutta l’occasione senza farselo ripetere. 7-6.
Tra la fine del primo quarto e l’inizio del secondo è probabilmente la fase più altalenante del match in assoluto, con gli azzurrini che passano da una meta sfiorata ad una situazione difensiva complessa, nella quale si è anche verificata una brusca entrata di Lazzarin a discapito di uno scozzese, fra l’altro nemmeno portatore di palla nel momento dell’impatto perchè autore – una frazione di secondo precedente – di uno “scavetto”. Nulla di fatto tuttavia.
Il tabellone torna a muoversi solamente al minuto 33 e per nostra fortuna è l’Italia a farlo. Rizzoli recupera il pallone in un raggruppamento sfruttando le varie distrazioni britanniche, seminando panico nella difesa scozzese e consentendo di allargare il gioco fino a Francois Mey, che si libera del placcatore esterno ed ha la strada spianata per la meta. 17-6.
Il pilone azzurro sopracitato è nuovamente protagonista qualche istante a seguire di un’ulteriore azione da meta, ma nel momento in cui va a schiacciare l’ovale arriva leggermente corto e non viene convalidata la marcatura. Una delle tante beffe arrivate nei 5′ preceduti all’intervallo.
I primi 10′ della ripresa continuano sulla falsa riga della prima frazione, con il cardo che attacca e l’Italia che risponde. Sono di nuovo gli azzurrini però a marcare per primi con un piazzato di Giovanni Sante, che sfrutta l’ennesimo multifase allarmante dei nostri. 20-6.
Al 53′ chiudiamo definitivamente i conti con la marcatura pesante di Giacomo Ferrari, in grado di dare il colpo di grazia alla difesa britannica, già umiliata nella medesima azione in mischia chiusa. Grande visione di gioco per il nostro capitano.
Come già anticipato l’Italia gestisce poi l’ultimo quarto di gara, rinchiudendosi il più delle volte nella propria metà campo senza mai risalire il terreno di gioco in maniera incisiva. Viene concessa una meta solamente all’80’, sotto certi punti di vista meritata dagli scozzesi.
Risultato finale: 27-13.
Complimenti agli azzurrini e testa al Galles per l’ultima giornata.

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