Di leggende dello sport ne abbiamo conosciute tante: chi è diventato il simbolo di un’era, chi è impresso nella memoria degli appassionati per comportamenti anticonformisti, ma Tilden non è inscrivibile in alcuna di queste categorie. A Big Bill, così chiamato, vanno i meriti di aver cambiato completamente il mondo del tennis. È stato lui a demolire lo stereotipo del tennis come sport riservato ad un cerchio elitario di persone e ad allargarlo ai più.
Le sfumature di Bill: 1, il tennista
Per comprendere al meglio ciò che Tilden ha significato per il tennis, per prima cosa è importante ricordare i suoi successi a livello sportivo: numero 1 del mondo, 19 tornei dello Slam, di cui 10 in singolare, 4 in doppio e 5 in doppio misto. Un bottino niente male.
Il suo dominio sul tour professionistico non ha eguali, non è paragonabile nemmeno a quello imposto da Djokovic dal 2011 al 2015. Big Bill è stato il protagonista di un settennio dove non hai mai perso partite importanti, brillando soprattutto in Coppa Davis, che all’epoca era molto più importante.
Sotto la sua guida gli Stati Uniti vinsero la Coppa Davis per 7 volte di fila, dal 1920 al 1926, record che ancora oggi non è stato nemmeno eguagliato.
Ciò che rendeva così dominante Tilden era la grande intelligenza tattica e la capacità di imprimere svariati effetti alla palla. L’abilità di pescare tutti gli angoli del campo con i suoi colpi precisi era ineguagliabile. Questa caratteristica è dovuta anche ad un’approfondita analisi tecnica dello sport: The Art of Lawn tennis e Match Play and the Spin of the Ball sono i titoli dei libri che ha scritto su questo argomento. Il secondo ancora oggi viene ristampato.
Big Bill inoltre amava intrattenere e dare spettacolo. Alcune voci che giravano all’epoca affermavano che Tilden perdesse di proposito il primo set in alcuni incontri, per regalare uno spettacolo prolungato al pubblico.
Le sfumature di Bill: 2, il personaggio e l’omosessualità
Per quanto i successi di Tilden nel tennis siano sorprendenti ed iconici, egli viene purtroppo ricordato anche per ciò che ha rappresentato fuori dal campo. È cresciuto da genitori benestanti, ma che lo hanno lasciato solo al mondo troppo presto: un Bill quindicenne assiste alla morte della madre, già semi invalida, e a vent’anni segue la morte del padre.
Quest’ultimo evento ha segnato la vita del tennista statunitense in modo profondo, tanto che cercò di colmare il vuoto lasciato dal padre relazionandosi con giovani tennisti e raccattapalle.
Fu arrestato due volte: la prima per aver incitato un ragazzo a prostituirsi e aver compiuto atti sessuali nei suoi confronti. La seconda per proposte dello stesso genere ad un autostoppista che aveva fatto salire in macchina.
Quando venne rilasciato, Bill si ritrovò ai margini del mondo del tennis: i circoli non gli permettevano più di insegnare.
Ha provato a buttarsi su un altro sogno a cui ha sempre anelato: il cinema, ma i romanzi e le opere teatrali che scriveva e recitava non riscossero grande successo, e finirono presto nel dimenticatoio.
Bill morì a sessant’anni stroncato da un infarto. Si spense così la vita di uno dei personaggi più controversi e stravaganti del mondo del tennis.
Non incarna di certo la figura del campione amato incondizionatamente dalla gente, in campo e fuori, ma a modo suo è riuscito a incidere il suo nome nella mente degli appassionati dell’epoca.


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