
11 gennaio 2005. Ci troviamo a Kiffa, in Mauritania. È in corso l’undicesima tappa della Dakar; competizione tanto affascinante quanto pericolosa per i partecipanti.
È metà mattina, Meoni, avanza la propria marcia verso il traguardo di tappa. Supera i primi due punti di controllo, ma proprio qualche chilometro dopo il secondo punto, Fabrizio cade. La situazione si manifesta grave sin dai primi attimi, arrivano i soccorsi ma tutto è inutile. Vani i tentativi di rianimazione dei medici. La caduta aveva causato la rottura di due vertebre e il conseguente arresto cardiaco per il pilota. Fabrizio Meoni è deceduto sul colpo.

Nato a Castiglion Fiorentino, Meoni è sempre stato un grande appassionato di motori, tanto da iniziare la propria carriera nell’enduro a soli 17 anni. Riesce a farsi riconoscere sin da subito vincendo competizioni regionali e nazionali; nel 1988 partecipa ai primi rally internazionali scoprendo grazie ai clamorosi risultati ottenuti alle prime esperienze, quale era la strada da intraprendere.
Fabrizio non si ferma, vince e offre spettacolo agli appassionati. KTM lo adocchia e decide di contattarlo per la partecipazione alla Parigi-Dakar nel 1997. Edizione che si rivelerà sfortunata per l’italiano, costretto al ritiro per infortunio. Arrivano poi un secondo ed un decimo posto nelle due edizioni successive.
La consacrazione avviene però nel 2001. Fabrizio Meoni vince l’edizione della Parigi-Dakar diventando così il secondo italiano nella storia a raggiungere questo incredibile traguardo, ripetendosi poi l’anno successivo. Sale sul podio anche nel 2003, dove conclude terzo.
Decide poi di partecipare per un’ultima volta all’estenuante competizione, nel 2005, non giungendo però traguardo e lasciando agli amanti del Motorsport un vuoto difficile da colmare.


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