Una partitella tra amici segnò l’inizio e la fine, sempre con la palla a spicchi in mano. Pete Maravich ci ha lasciati così, scomparso 33 anni fa a Pasadena a soli 40 anni.

IL MIGLIOR CESTISTA UNIVERSITARIO DI SEMPRE
“Pistol Pete”, come viene soprannominato, scrisse la storia del basket universitario, tanto che nel 2005 fu nominato il più grande cestista di sempre in questa categoria. È stato inserito anche nella lista dei migliori 75 giocatori NBA di sempre. Scelto da terza testa di serie assoluta al draft, ha vestito prevalentemente le casacche di Atlanta Hawks e New Orleans Jazz, ma anche dei Boston Celtics nell’ultimo anno della sua carriera.
Pete è stato uno dei giocatori con maggior talento e creatività di sempre. Le sue giocate spettacolari ed imprevedibili gli hanno assicurato un posto nella Basketball Hall Of Fame. La sua pallacanestro, basata su attacchi in controtempo, passaggi dietro la schiena e tra le gambe rappresentò l’inizio del basket moderno, fantasioso e imponderabile.

L’ARTERIA CORONARIA SINISTRA
Non riuscendo a coronare il sogno di vincere l’anello NBA, decise di ritirarsi nel 1980 a soli 10 anni dal suo approdo ai massimi livelli del basket. Maravich cadde in preda all’alcol e alla depressione, passando mesi e mesi rinchiuso in casa senza contatti col mondo esterno.
Il 5 gennaio 1988 riprese in mano il pallone per giocare una partitella alla First Church of the Nazarene, ma improvvisamente si accasciò al suolo. Morì su un campo da basket, ma fu il risultato dell’autopsia a sorprendere tutti: Pete soffriva di un’insufficienza cardiaca a causa della mancanza dell’arteria coronaria sinistra.
Pete ne era privo dalla nascita, ma nonostante tutto riusci’ ad affermarsi a livello mondiale.
Un medico definì la sua carriera come “un miracolo sportivo”. Un bellissimo miracolo.

Lascia un commento