L’eterno”Campionissimo”: 62 anni senza Fausto Coppi

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Angelo Fausto Coppi è, a detta di molti, il ciclista più forte dell’epoca d’oro del ciclismo italiano. L’atleta di Castellania era un corridore completo: dominava in salita, eccelleva come passista ed era dotato, nonostante fosse uno scalatore, di un ottimo spunto veloce, che gli consentiva di conquistare successi anche nell’inseguimento su pista. Nel corso della sua vita partecipò anche alla seconda guerra mondiale e fu scelto come simbolo del PCI. Morì di malaria il 2 Gennaio del 1960 a soli 40 anni. Fu inserito nella Top 25 della Cycling Hall of Fame e nel maggio 2015, una targa a lui dedicata fu inserita nella Walk of Fame dello sport italiano  a Roma, riservata agli ex-atleti italiani che si sono distinti in campo internazionale.

I SUCCESSI DELL’AIRONE

Le caratteristiche prima elencate permisero a Fausto Coppi di conquistare innumerevoli e prestigiose vittorie. Vinse per cinque volte, record ancora imbattuto, il Giro d’Italia e due volte il Tour de France, riuscendo a conquistare nello stesso anno (1952) “la corsa rosa” e la “Grand Boucle”, primo ciclista a compiere questa impresa. Come detto non fu solo un ciclista da grandi giri, nel suo palmares troviamo cinque vittorie al Lombardia, tre vittorie alla prestigiosissima Milano-Sanremo, una vittoria alla Parigi-Roubaix e una alla Freccia Vallone. Nel 1953 vinse il Campionato del mondo disputatosi in Svizzera a Lugano, chiudendo con 6 minuti di vantaggio sul secondo classificato. La conquista del titolo iridato fu la ciliegina sulla torta di una carriera costellata di vittorie. L’Airone fu per quattordici anni primatista dell’ora (con 45,798 km).

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Il dualismo Bartali-Coppi, che incise anche sulla vita politica del dopoguerra, fu una delle rivalità più accese d’Italia: una rivalità non tra semplici uomini, ma tra due miti dello sport italiano e mondiale, che ebbe inizio quando un giovane Coppi vinse una tappa al Giro d’Italia a discapito del capitano Bartali. I due si diedero battaglia, anche nelle competizioni tra nazionali, su ogni terreno e in ogni competizione, dando vita a uno spettacolo incredibile per le strade d’Europa. I due non furono mai amici, fu simbolico però il famosissimo passaggio di borraccia avvenuto nel Luglio del 1952 sulle strade del Tour de France, che mostrò al mondo il grande rispetto e fair-play tra L’Airone e l’Arrampicatore.

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