L’epilogo finale è arrivato. Forse il più drammatico, sicuramente uno dei più spettacolari. Niente Grande Slam, Novak Djokovic si ferma letteralmente ad un passo dalla storia. Lo US Open lo vince Medvedev e il torneo oltreoceano, dopo Dominic Thiem nel 2020, ci regala un altro campione Major.

IL RANOCCHIO CHE DIVENTA ZAR
Il primo guastafeste dei Big3 arriva dall’Europa dell’Est, ha 25 anni e risponde al nome di Daniil Medvedev. Il cammino del russo è stato convincente e sicuro sin dalle prime battute, al punto che il numero 2 del mondo ha perso appena un set in tutto il torneo ai quarti di finale contro l’olandese Van De Zandschulp. In finale c’è stato un continuo bombardamento al bunker difensivo di Djokovic, che non ha potuto far altro che stringere la mano al suo ruolo dopo poco più di due ore e un triplo 6-4 sul tabellino.
Rispetto alla finale di febbraio agli Australian Open Medvedev ha cambiato parecchio il suo stile di gioco. La seconda di servizio era una “prima palla mascherata” perché spesso e volentieri ha rischiato il doppio fallo, tanto che ne ha commessi 9 nell’arco della partita. Molto frequente (a sorpresa) l’uso della palla corta che Nole è riuscito raramente a contrastare, forse perché sorpreso dal colpo o dal piano tattico del neo campione Slam.
Esame superato a pieni voti, per la lode chiediamo uno Slam fuori dal cemento.

NOLE CADE DAVANTI A MEDVEDEV E ALLA PRESSIONE, ADDIO GRANDE SLAM
Molti ci speravano, qualcuno lo chiedeva a gran voce, tutti sapevamo che sarebbe potuto entrare nella storia. Alla fine l’operazione Grande Slam si ferma a 27 su 28 proprio all’ultimo respiro, con lo scivolone all’ultima curva quando Djokovic vedeva già la bandiera a scacchi bianconeri che indicava il traguardo. Ha dominato totalmente dall’Australia fino a Londra, interrompendo addirittura il regno sul rosso del Roland Garros di Rafa Nadal. Lo US Open, però, rimane indigesto per Novak Djokovic: 6 sconfitte su 9 finali giocate, questa è stata sicuramente la più dolorosa. Ma al di là di qualsiasi risultato o del secondo posto a stelle e strisce questa stagione per Nole rimane unica, addirittura leggendaria.

DUE ITALIANI IN TOP15, CON UNO SGUARDO A TORINO
Erano rimasti due azzurri dopo la prima settimana, Jannik Sinner e Matteo Berrettini. Il sudtirolese si è arreso ad Alexander Zverev agli ottavi di finale in tre set col punteggio di 6-4, 6-4, 7-6 dopo aver avuto cinque set point per allungare la partita al quarto.
Berrettini si è spinto fino ai quarti, dove è andato a sbattere contro il muro di Djokovic. Dopo un primo set giocato a livelli spaventosi e vinto per 7-5 il serbo ha iniziato a giocare un tennis paralizzante, al punto che ha concesso appena 7 game al nostro numero 1 in tutto il resto della partita.
Entrambi da questo lunedi’ potranno ritoccare il loro best ranking in classifica: Sinner torna in top15 stabilendosi al quattordicesimo posto, mentre Berrettini supera Dominic Thiem issandosi alla settima posizione dietro a Nadal.

Anche per quest’anno sono finiti i tornei dello Slam, ma da qui alla fine della stagione non mancherà lo spettacolo. Sul calendario sono già cerchiate in rosso le settimane di Indian Wells, Parigi-Bercy e soprattutto della ATP Finals di Torino, dove, con un po’ di fortuna, potremmo addirittura avere due giocatori italiani.

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