Tokyo 2020 – Scherma: Anatomia di un fallimento azzurro!

Published by

on

5 medaglie sono arrivate, più o meno nella media delle edizioni precedenti dei giochi olimpici, ma con una differenza particolare, quella di non aver vinto nessun oro.

3 argenti e 2 bronzi. Questo il bilancio della spedizione azzurra della Scherma a Tokyo 2020. Un risultato ben al di sotto delle aspettative e che dopo 41 anni ci ha privato del gradino più alto del podio olimpico, dopo stagioni di “Vacche grasse”.

Un fallimento che va analizzato sotto molti aspetti, partendo dai risultati fino ad arrivare ai vertici federali

SORRIDE SOLO LA SCIABOLA, DELUDONO SPADA E FIORETTO

Dal punto di vista dei risultati solo la sciabola si può ritenere in parte soddisfatta. Nell’individuale infatti arriva l’argento di Gigi Samele, che non può nulla contro il campionissimo Szilagy e con i suoi compagni bissa il 2° posto anche nella prova a squadre, dove abbiamo anche il lieto fine della gloriosa carriera di Aldo Montano. Non si può dire altrettanto al femminile con in torneo individuale pessimo e una medaglia di bronzo a squadre buttata via nella finalina contro la Corea del Sud in cui si conduceva di oltre 10 stoccate.

Nel Fioretto invece su 4 competizioni disponibili arrivano solo un argento e un bronzo, lì dove a Londra arrivarono 3 ori. Daniele Garozzo nell’individuale cede a Ka Long in finale a causa di problemi fisici. Al femminile Alice Volpi non va oltre il 4° posto. Nella prova a squadre poi il bronzo sa di rimpianti, per una semifinale contro la Francia buttata al vento dopo essere stati in vantaggio di 12 punti. La squadra maschile invece è out ai quarti di finale contro il Giappone ed è il simbolo della debacle azzurra.

Nella Spada arriva il bronzo nella prova a squadre femminile che è una delle poche note liete della scherma italiana a Tokyo. I maschi invece escono clamorosamente ai quarti mentre nell’individuale Santarelli giunge solo 4° e nel femminile la Fiamingo e Isola si fermano ai quarti di finale

VELENO TRA DI FRANCISCA E CIPRESSA, IL CT VERSO L’ADDIO?

Il principale imputato per la disfatta azzurra è il Ct Cipressa. Alla trasmissione “il circolo degli anelli” di Rai 2 l’ex schermitrice olimpionica Elisa Di Francisca attacca senza mezzi termini il Ct Cipressa, affermando che egli non è all’altezza del suo ruolo e i risultati ne sono una dimostrazione. In particolar modo l’oro di Londra 2012 attacca il Ct sulla scelta di mettere Arianna Errigo nell’assalto finale, che secondo Elisa non era adatta a quel tipo di situazione perché sente troppo la pressione, lanciando una chiara frecciata all’ormai ex compagna di squadra ed ex amica. La risposta del Ct non si è fatta attendere, affermando che vanno bene le critiche ma non gli insulti, e che la Di Francisca ha sputato sul piatto dove ha mangiato. Questo può essere anche vero, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti e il campanello d’allarme era già suonato ai mondiali 2019, quando anche lì furono 0 ori, ma non gli venne dato peso. L’avventura di Cipressa è al capolinea?

MALAGÓ: “SCHERMA ITALIANA DA RIFONDARE”

Ovviamente è intervenuto anche il presidente del Coni Giovanni Malagó, che senza mezzi termini afferma: ” bisogna ringraziare la Scherma italiana per i tanti successi passati, ma ora è arrivato il momento di rifondare”. Parole giuste e veritiere, ma il problema è…come rifondare?

Probabilmente servirà un cambio di Ct e probabilmente anche quelli delle specialità. Poi sarà il momento di congedare alcuni veterani e date più spazio ai giovani, lavorando in modo determinante su di loro affinché possano avere una carriera promettente. È un percorso che potrebbe portare a qualche anno così e così, ma sicuramente può dare grandi soddisfazioni in futuro, come la Scherma italiana ci ha sempre abituato nel corso degli anni, e il Coni tramite lo stesso Malagó ha già dato il suo ok per un lavoro in sincronia riguardo la ricostruzione del movimento

Lascia un commento