L’UOMO DA SEPOLIA

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Era il 1971, quando Kareem Abdul Jabbar, all’epoca ancora conosciuto col suo nome americano, cioè Lew Alcindor, trascinava i Milwaukee Bucks fino all’olimpo del basket.

In 50, lunghissimi anni, nessuno aveva mai portato la franchigia del Wisconsin fino a quel punto. Il solito Kareem c’era quasi riuscito nel 74, arrendendosi ai Boston Celtics soltanto in Gara 7. Da allora, in Wisconsin, le finals le hanno viste dal televisore. Qualcosa negli ultimi anni è cambiato: dopo essere usciti 3 volte su 4 al primo turno, nel 2019 arrivano a contendersi il titolo ad Est mentre l’anno dopo si fermano alle Semifinali. La squadra prende lentamente forma: negli arrivano Jrue Holiday, Brook Lopez, Bobby Portis, Pat Connaughton, Donte DiVincenzo e PJ Tucker. A questi si aggiungono due leader: Khris Middleton, straordinario tiratore, arrivato nel 2013 da Detroit e l’uomo della provvidenza: Giannis Adetokunbo che, per effetto dell’ellenismo, diventa Antetokounmpo.

Lo storico commissioner David Stern col giovane Giannis al momento della sua scelta al Draft

Il ragazzo nasce e cresce ad Atene, nelle strade del quartiere poverissimo di Sepolia da genitori nigeriani, da bambino, col fratello Thanasis, per aiutare la famiglia, vende borse, orologi e occhiali per le tremende vie della capitale. Nel tempo libero, si diverte a infilare la palla nel canestro, mostrando doti atletiche e fisiche paranormali per un ragazzo di quell’età. Il sogno nel cassetto è quello di tutti i ragazzi che maneggiano la palla a spicchi: le tre lettere più belle dello sport: NBA.

Il sogno si avvera in una calda serata di giugno: al Draft 2013 (quello di Oladipo e Gobert, per farvi capire) i Milwaukee Bucks lo scelgono con la pick numero 15.

È un diamante grezzo, ma nessuno, quella sera, s’immagina che 8 anni dopo, dopo due MVP, un difensore dell’anno, un MVP dell’All Star Game e cinque volte All Star, porti i Milwaukee Bucks lassù, dove solo Mr Sky Hook c’era riuscito.

La meravigliosa gara di stanotte, dove ne ha infilati 50, è solo la ciliegina sulla torta, dopo non una, non due, non tre, ma ben quattro serie di playoff giocate a meraviglia. Dopo aver spazzato via i Miami Heat, dopo aver retto fino a Gara 7 contro i Big Three dei Brooklyn Nets, dopo aver sconfitto gli eroici Atlanta Hawks, Giannis Antetokounmpo dimostra di essere tremendamente una spanna, forse due, sopra agli altri. Non hanno dubbi gli 11 giornalisti chiamati a scegliere l’MVP delle finals: l’Uomo da Sepolia, che chiude i playoff con oltre 30 punti di media e quasi 13 rimbalzi a partita, è l’MVP delle finals.

Tutta la gioia di Giannis, dopo aver vinto l’MVP di un’incredibile serie di finali.

50 anni dopo Kareem Abdul Jabbar, i Milwaukee Bucks trionfano, trascinati da uno straordinario Antetokounmpo, sugli eroici Phoenix Suns, arrivati stremati in fondo alla stagione, mettendo la parola FINE sulla stagione NBA più bizzarra di sempre.

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