ITALIA CAMPIONE D’EUROPA: IL PAGELLONE

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Essere italiani è bello sempre ma oggi, forse, lo è un po’ di più. Dopo un mese passato davanti ad un televisore, è il momento di gioire, tutti insieme.
15 anni dopo l’ultima volta, torniamo a far paura al mondo. Un gruppo solido, coeso e compatto, è riuscito a salire sul tetto d’Europa. Come ultimo atto, prima di chiudere questa meravigliosa parentesi che ha permesso di riabbracciarci tutti, diamo i voti ai protagonisti, ai 26 minuziosamente selezionati dal Mancio.

Gigio Donnarumma 10 Se gli hanno dato l’MVP del Torneo un motivo probabilmente c’è. A 22 anni, dopo un girone da spettatore non pagante, nel momento decisivo sfodera i guantoni. Sontuoso contro Austria, Belgio, Spagna e Inghilterra. Dagli 11 metri è glaciale contro Morata e decisivo contro Sancho e Saka. Che rimpianto per il Milan.

Gigio para il rigore decisivo a Saka.

Salvatore Sirigu SV 5 minuti di celebrità, quelli che il Mancio gli regala per rendere onore ad un veterano della nazionale. È l’uomo spogliatoio, il consigliere personale di Gigio per i penalty. Un traguardo enormemente meritato, dopo 11 anni di onorato servizio.

Alex Meret SV Un Europeo nel curriculum, mica male.

Alessandro Florenzi SV Sfortunato, tremendamente sfortunato. È il laterale destro titolare del Mancio, ma alla prima partita, dopo 45 ottimi minuti alza bandiera bianca. Rispunta, un mese dopo, per giocarsi gli ultimi tre minuti e battere un eventuale rigore. Te la meriti sta coppa, bello de nonna.

Giovanni Di Lorenzo 7 Un po’ a sorpresa, si trova ad essere il terzino destro titolare dell’Italia campione d’Europa. Ok qualche passaggio a vuoto, ok la difficoltà se puntato in velocità, ma tiene botta, è coraggioso e ci mette forza e cuore.

Rafael Toloi 6 Il ruolo disegnato dal Mancio non gli calza a meraviglia, ma l’impegno non manca. Per forza di cose si limita al compitino, senza brillare ma senza far danni.

Giorgio Chiellini 9 Il Capitano tira fuori tutta l’esperienza e la cattiveria necessaria per trascinare la squadra fino in fondo. Fra un mese ne fa 37 e ogni tanto ha qualche acciacco, ma quando è in campo fa tutta la differenza del mondo. Quando c’è da marcare un centravanti, datelo a lui e il centravanti verrà neutralizzato, vero Lukaku, vero Kane? Ciliegina sulla torta: si aggrappa letteralmente alla maglia di Saka per non farlo fuggire

Capitan Chiellini e i suoi modi poco ortodossi per frenare un avversario.

Leonardo Bonucci 9 Baluardo difensivo. Anche lui non è più un ragazzino, ma nelle letture difensive è impressionante. Bonucci-Chiellini è la coppia di centrali che tutti vorrebbero: perfettamente complementari e con un’intesa personale straordinaria.

Francesco Acerbi 8 Quando Chiellini dà forfait, viene lanciato da Mancini da titolare nella partita più rognosa dell’Europeo (attenti, non la più difficile, ma la più scorbutica). Se ne esce con una prestazione sontuosa, degna di un grandissimo giocatore. Se questa è una riserva…

Alessandro Bastoni 6,5 Piede educato, testa sulle spalle ed enorme disinvoltura. Non male per un ragazzo di 22 anni alla prima grande esperienza con la Nazionale. Trova poco spazio perché fra difensori è difficile alternarsi, ma quando gioca non fa rimpiangere nessuno.

Leonardo Spinazzola 9 Europeo dalla doppia faccia: finché è in campo, è semplicemente il miglior terzino della competizione. Quando la sfortuna lo colpisce, si siede in tribuna e diventa il nostro tifoso numero uno. Questa vittoria è, per una grossa fetta, anche tua.

Baciala, perché questa Coppa te la sei meritata

Emerson Palmieri 7 Ha un compito difficilissimo: sostituire Spinazzola e le sue tremende galoppate sulla fascia. Non ha la sua esplosività, ma le gambe non gli tremano e non ha paura. È abituato a certi palcoscenici e lo dimostra a pieno.

Jorginho 9,5 Il Professore. Il vero cervello di questa squadra. Tutto passa dai suoi piedi, in qualsiasi circostanza. Il metronomo del Chelsea è probabilmente il giocatore più importante del torneo, senza il quale la squadra non gira. Quel saltino che tanto ci ha fatto urlare, sul più bello ci ha strozzato l’urlo in gola, ma vabbè, è uguale.

Il (quasi) infallibile saltino di Jorginho ci manda in finale.

Marco Verratti 8,5 Avevamo bisogno del miglior Verratti per poter arrivare fino in fondo. Lo abbiamo avuto, forse, al 60% ma è bastato. Intelligenza sopraffina, mai una giocata banale e tanto lavoro sporco. Finalmente Verratti.

Nicolò Barella 7,5 Fumoso, ma questo lo sapevamo. Inizia fortissimo, poi dopo il gol col Belgio finisce la benzina. Dopo una stagione a quei livelli, con 46 partite giocate su 48, è normale arrivare sfinito in fondo. Tutta esperienza guadagnata che sarà utilissima in Qatar.

Manuel Locatelli 8 L’arma in più, dalla panchina. È il primo cambio del Mancio, perché fa entrambe le fasi a meraviglia. Forse il miglior dodicesimo uomo dell’Europeo, che doppietta meravigliosa quella contro la Svizzera

L’abbraccio, sincero, di due amici come a dire “ce l’abbiamo fatta amico mio!”

Matteo Pessina 8 Vale lo stesso discorso fatto per Locatelli: i due golden boy sono le due armi che dalla panchina fanno la differenza. Due gol decisivi in un torneo a cui nemmeno doveva partecipare.. mica male.

Bryan Cristante 6,5 Quando il gioco si fa duro, il Mancio lo pesca dalla panchina per aumentare la sostanza. Non figura in tabellini e statistiche, ma dà l’equilibrio necessario alla squadra quando serve. Nessuno vuole essere Robin, tranne lui, lui è più Robin di Robin stesso.

Gaetano Castrovilli SV 3 minuti bastano per salire sul carro dei vincitori. Un pezzo di Fiorentina all’Europeo non guasta mai. Ci rivediamo in Nations League e poi al Mondiale.

Federico Chiesa 9 Il più forte di tutti. Parte defilato, il Mancio nel girone gli preferisce Berardi, ma dagli ottavi in poi è semplicemente devastante. Si accende appena tocca palla e quando parte non lo reggi. Due gol pesantissimi e di una bellezza stordente ci mandano in paradiso. Ha una marcia in più, forse due.

LA CHIESA DI NUOVO AL CENTRO DEL VILLAGGIO

Domenico Berardi 7,5 Parte titolare a sorpresa e, in un certo senso, è lui ad aprire le danze. Dopo un gran bel girone perde il posto da titolare ma non la voglia di spaccare il mondo. All’occorrenza fa il falso 9 e segna un rigore pesantissimo in finale. È ufficialmente rinato.

Federico Bernardeschi 7,5 Si lascia le chiacchiere degli pseudo-tifosi alle spalle, dimostrandosi sempre pronto quando viene lanciato in campo. Mancini si fida di lui e lo manda due volte dal dischetto in due momenti delicatissimo: il Berna ripaga la fiducia facendo centro entrambe le volte. Ha rischiato la giocata.

Ciro Immobile 6 Due gol in due gare fanno presagire un grande Europeo, ma a lungo andare si capisce che non è adatto al gioco di Mancini. È vero, in tutta la fase ad eliminazione diretta avrà toccato tre palloni, però non si dà mai per vinto e s’impegna fino all’ultimo secondo. Il feeling con la nazionale non è ancora sbocciato e, forse, non sboccerà mai.

Quel “porca puttena” gridato alla videocamera, in onore dell’immenso Lino Banfi, vale più di ogni gol.

Andrea Belotti 6 Quando c’è da tenere su la squadra ecco che scocca il suo momento: pochissimi palloni da sparare in porta, forse nessuno, ma come fa la guerra lui, non la fa nessuno. Gran rigore contro la Spagna, da rivedere quello in finale.

Giacomo Raspadori SV Di tutti gli attaccanti, probabilmente, è quello più adatto al gioco di Mancino, ma è ancora acerbo. Ragazzo, hai tempo fino a Novembre 2022 per maturare e prenderti una maglia da titolare in Qatar.

Lorenzo Insigne 9 Il tormentone dell’estate è indubbiamente o tir aggir. A lungo criticato per non incidere nelle partite che contano, fa saltare tutti per aria con un tir aggir da cineteca contro il Belgio. È il regista offensivo della squadra, nonché il primo a sacrificarsi in difesa quando serve. Finita la partita, diventa il capo ultrà. Te voglio bene assaje.

O tir aggir colpisce e manda KO il Belgio.

Roberto Mancini 10 e Lode Ha preso una squadra allo sbando e piano piano l’ha tirata su, plasmandola a sua immagine e somiglianza. Tre anni fa guardavamo i Mondiali dal divano, oggi siamo sul tetto d’Europa. Ha raccolto le macerie e ha ricostruito un’Italia giovane, divertente e piena di qualità. Ha saputo mischiare le carte in tavola quando serviva, ha sfruttato al massimo le armi che aveva in panchina. Alla fine il lavoro paga e 53 anni dopo, I CAMPIONI DELL’EUROPA SIAMO NOI.

Ci hai regalato un sogno.

DEDICHE SPECIALI

Davide Astori 13 “Il tuo ricordo scolpito nella mente e la consapevolezza che niente potrà mai cancellarlo” DAVIDE SEMPRE CON NOI.

Sempre con noi.

Gianluca Vialli 10 L’esperienza Europea sta tutta in quell’abbraccio, quelle lacrime, quella voglia di riscatto, di riprendersi tutto quello che 30 anni avevi lasciato su quel campo. E proprio quando il destino sembrava averti voltato le spalle definitivamente, sei salito sull’ultimo treno, il treno dei vincitori.

Tutto è racchiuso in quell’abbraccio.

Paolo Rossi 20 Era l’11 Luglio del 1982 quando ci portavi sul tetto del mondo. 39 anni dopo, sempre l’11 Luglio, siamo saliti sul tetto d’Europa. Il destino ha voluto che, in una fredda notte di dicembre, tu te ne sia andato. E noi, questa vittoria, non possiamo che non dedicarla anche a te.

Era l’11 Luglio 1982…

Fabio Caressa e Beppe Bergomi 10 Quanti telecronisti, forse migliori di loro, ha a disposizione Sky? Tanti, forse troppi, ma nessuno, quando c’è la nazionale, riesce a trasmettere quella magia che questi due signori ci regalano ogni volta. Non sono state delle telecronache perfette, ma in un modo o nell’altro, sono pezzi di storia, come quelle a Germania 2006.

La storia passa da questi due signori.

Per concludere, è doveroso ringraziare tutti coloro che hanno fatto parte di questo gruppo, anche chi non è partito per l’Europeo. Un altro enorme grazie va tutto lo staff, da Evani a De Rossi, passando ovviamente per Vialli. Ci avete regalato un mese meraviglioso, ci avete fatto sognare ad occhi dalla prima all’ultima partita. Abbiamo sofferto insieme, abbiamo gioito insieme e abbiamo festeggiato insieme. Avete reso possibile un sogno che 3 anni fa nemmeno era immaginabile. In un momento così difficile, avete unito un popolo perennemente diviso. Grazie, infinitamente Grazie.

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