Dal ritorno di Gunes agli “italiani” Calhanoglu e Demiral. I punti di forza della prima avversaria degli azzurri
Eccoci, siamo arrivati. Scaldiamo le griglie e stappiamo le birre. Tra poche ore potremo indossare le maglie della Nazionale, tingerci di verde, bianco e rosso le guance e cantare l’inno dell’Italia. Tra drammi sportivi e problemi legati al Covid, abbiamo aspettato ben cinque anni per riassaporare questi momenti. Quel Popopo è ormai un lontano ricordo. Ora difronte a noi, memori anche delle brutte figure fatte negli ultimi Mondiali, un girone che non possiamo sicuramente sottovalutare. La prima sfida del secondo raggruppamento più complesso secondo il ranking (dopo quelle di ferro con Germania, Francia e Portogallo) ci vede affrontare la Turchia. Gunes ha ricreato una squadra consapevole della propria forza con giocatori importanti che si affermano nei principali campionati europei.
TECNICO DI BRONZO- Il ritorno in panchina di Senol Gunes ha portato nuova linfa alla nazionale turca. Il CT aveva centrato la terza posizione nei mondiali 2002 in Corea del Sud-Giappone e nella Confederations Cup 2003 in Francia. Poi una carriera in patria, dove ha vinto campionati e coppe, prima di tornare nel 2019. La Turchia è molto accorta in fase difensiva e ama ripartire con manovre ragionate aspettando l’avversario con il baricentro abbastanza alto.

SANGUE ITALIANO- Sono cinque i giocatori che hanno militato o giocano ancora in Italia. Ci sarà la sfida diretta tra i due milanisti Calhanoglu e Donnarumma (sempre più verso il PSG). Ma non solo, anche il confronto tra i difensori della Juventus Bonucci-Chiellini e Demiral. Dalle “piccole” provengono Ayhan e Muldur del Sassuolo, con il secondo che ha più probabilità di partire titolare. In Italia abbiamo imparato a conoscere anche la pericolosità del discontinuo Under, che però sembra destinato alla panchina. Insomma, la Turchia conosce bene il modo di giocare, i punti di forza e quelli deboli dei componenti azzurri. Sarà l’amalgama speciale creata da Mancini a fare la differenza.

FORZA DEGLI OUTSIDER- Le partite vanno vinte sul campo e non sulla carta. Questa è una delle poche leggi universali del calcio. Ad averne dato lezione in questa stagione sono sicuramente Yazici e Yilmaz, che con il Lille hanno vinto il campionato contro il Super Psg. Yazici dopo sette mesi ritroverà da avversario Donnarumma. L’ultima volta si trattava di Europa League e in un deserto San Siro il trequartista segnò tre gol in trentacinque minuti dando esempio di una grande tiro e un gran senso della posizione. Yilmaz sarà invece il pericolo numero uno per la retroguardia azzurra: più che l’apporto in fase realizzativa, la sua vera forza sono i movimenti a liberare l’area e creare gli spazi per gli inserimenti dei compagni.

GRANDE CON LE BIG- La Turchia ha dato prova nell’ultimo biennio di grande discontinuità, ma soprattutto di essere un’ammazza grandi. Un 4-2 all’Olanda, un 3-0 alla Norvegia neutralizzando completamente Haaland, un pareggio ed una vittoria contro la Francia. Risultati che fanno drizzare le antenne relativamente alla pericolosità dei turchi. Poi però bisogna andare a leggere anche i risultati con le piccole: un 3-3 con la Lettonia e la sconfitta con l’Islanda che ha costretto al colpaccio contro i Blues per strappare il pass europeo. L’Italia è avvertita: quando si alza la pressione, la Turchia si galvanizza.

I MENO NOTI- Il reparto dove sono presenti nomi meno illustri è il centrocampo. I due interni del 4-2-3-1 sono Tufan e Yokuslu, il dinamico e l’equilibratore. Il primo ha buona tecnica ed è un instancabile abituato al box to box. Il secondo brilla in fase di non possesso e ha una buona propensione della distribuzione dei palloni.
Noti i punti di forza degli avversari, compattate le file. Azzurri, oggi sarà la prima battaglia e noi siamo con voi!


Lascia un commento