I 21 proiettili dell’uruguaiano sono valsi il secondo campionato dell’Atletico Madrid negli ultimi sette anni. Sorride il Cholo

Il boato di uno sparo. Uno di quelli rumorosi, di cui Luis el pistolero Suarez è tiratore per eccellenza. Il bersaglio sono i critici e i detrattori: chi lo dava per finito dopo l’esperienza al Barcellona e pensava che l’esame farsa di Perugia avrebbe fatto parlare più di quanto aveva ancora da raccontare la sua carriera. Ecco invece 21 gol, il più ricco bottino nella stagione di debutto in club. A trarne beneficio sono i Colchoneros, che dopo sette anni tornano campioni di Spagna al termine di un altro torneo combattuto fino all’ultimo respiro.
GRINTA (S)QUADRATA- Chi nasce tondo, non muore quadrato. Però può levigare gli angoli. Lo insegna il Cholo Simeone, fino a quel momento noto per un gioco estremamente difensivo basato sulla grinta e sulla determinazione. Neanche il cholismo invece ha saputo resistere al fascino di Suarez, che ha fatto cambiare e votare più all’attacco il gioco dei madrileni. Così i rossobianchi hanno saputo disegnare una cavalcata in un campionato così combattuto tanto da aver incoronato la capolista con meno punti negli ultimi tredici anni. La voglia di vincere di Suarez si è incastrata perfettamente con lo spirito di Simeone e questa è stata la chiave per la vittoria come racconta il tecnico: “Già lo avevo cercato quando era al Liverpool. Quando si è presentata l’occasione il club mi ha telefonato, non ci credevo. Mi sono messo a ridere. L’ho chiamato subito e gli ho detto: ‘Vieni, noi dobbiamo vincere e noi vogliamo vincere”.

RINASCITA TRICOLORE– Vedendo la Juventus strappare all’ultimo la qualificazione alla prossima Champions, la domanda sorge spontanea: cosa sarebbe accaduto se a Perugia fosse filato tutto liscio? Senza una sfera di cristallo la risposta è legata a troppi condizionali. Sicuramente quel cunicolo era vacuo e la carriera del pistolero non è mai stata sepolta. Anzi, si è risollevata proprio nel volo di ritorno in Catalogna. Il segno già nella prima partita al Wanda Metropolitano: 2 gol e 1 assist in 20′ nel 6-1 contro il Granada. L’uruguaiano ha superato anche il problema Covid ed ha segnato reti preziose come quella nell’1-1 contro il Real diventata decisiva ai fini della classifica finale, la rete contro il Getafe che ha concesso il sorpasso definitivo in vetta o quella in casa dell’Osasuna. Le magie che avrebbe potuto fare con Ronaldo è immagine per romantici fantasiosi e sognatori. Quello che è certo è che a numeri ha dimostrato di poter stare affianco ai più grandi. Oltre alla grande intesa con Messi, parlano i trofei nazionali alzati dal suo arrivo a Barcellona: 11, esattamente quanti Cr7 e la Pulce. Il marchio di Suarez sulla storia del campionato spagnolo è inciso. E l’impressione è che sotto la guida del Cholo non sia ancora tutto.


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