Bandiera Rossa

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La Democrazia Corinthiana: il primo e unico esperimento di autogestione di un club di calcio.

Nell’estate del 1982 i due leader dello spogliatoio, Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza Vieira de Oliveira, detto semplicemente Sócrates e Wladimir, al secolo Wladimir Rodrigues dos Santos, presero in mano la squadra e imposero un regime democratico: ogni decisione deve essere votata e tutti hanno la stessa importanza. Il progetto ha vita breve, ma in due anni vincerà due campionati Paulista e risanerà le casse del club. L’anima della squadra, come detto, è Sócrates, un barbuto omone di un metro e novanta dal fisico longilineo, con la passione per la medicina e il comunismo e il vizio dell’alcool.

Nonostante non fosse di famiglia ricca, papà Raimundo, grande appassionato di letteratura greca (di qui il nome Sócrates), lo manda all’università a studiare medicina, ma una volta conseguita la laurea la sua strada si incrocia con quella del Corinthians. L’esperimento della Democrazia Corinthiana è una sorta di via di fuga dalla dittatura militare che aveva in mano il paese, un modo per fuggire dall’oppressione, dalla censura. Sócrates, oltre ad avere abilità tecniche nettamente superiori alla media (i suoi colpi di tacco ancora oggi vengono celebrati), ha una straordinaria abilità di oratore: si narra che nel 1984 abbia tenuto un discorso, di fronte a un milione e mezzo di persone, in cui chiese (inutilmente) di ripristinare le libere elezioni presidenziali dopo vent’anni di dittatura. L’esercito bocciò la proposta del Dottore e lui se ne andò.

Socrates ai tempi del Corinthians

Lasciò San Paolo per venire in Italia, precisamente nella città di Dante. Il Conte Pontello sborsò cinque miliardi per portarlo a Firenze e gli assicurò un ingaggio faraonico.

L’esperienza Fiorentina del Dottore non andò come previsto: in Italia si gioca un calcio molto tattico e poco appariscente, poco incline allo spettacolo e al divertimento ma finalizzato a portare a casa il risultato. Della sua unica stagione in Italia è rimasto ben poco nell’immaginario collettivo, se non il suo amore smisurato per il comunismo. Tant’è che, in una delle prime interviste, dichiarò di essere venuto in Italia per poter studiare Gramsci in lingua originale. Chissà cosa si sarebbero detti Sócrates e Berlinguer, se quest’ultimo non se ne fosse andato, immerso nelle bandiere rosse, qualche settimana dell’arrivo del brasiliano. Se dovessimo descrivere con una canzone la vita del Dottore, quella sarebbe indubbiamente Bandiera Rossa, storica colonna sonora del movimento operaio italiano, illuso dall’utopia che prima o poi, bandiera rossa trionferà.

Il Dottore nella sua unica stagione in maglia viola

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