Under Pressure

Published by

on

Fin dalla prima apparizione in una rassegna iridata, l’Italia è stata un po’ un paradosso. Quando tutto fila liscio e siamo favoriti per la vittoria finale, qualcosa di storto deve accadere, sempre. Per rendere al meglio, dobbiamo essere Under Pressure, come insegnano Freddie Mercury e David Bowie.

Non è un caso che le ultime due volte che siamo partiti per i mondiali durante uno scandalo di calcio scommesse, siamo tornati a Roma con la Coppa.

Nell’Ottobre del ‘79, il signor Massimo Cruciani e il signor Alvaro Trinca, rispettivamente grossista e ristoratore, decisero di mettere in mano ad alcuni calciatori diversi milioni di lire per truccare alcune partite. Quando i due si accorsero che le cose non andavano come previsto e la situazione stava precipitando, fecero i nomi clamorosi di Bruno Giordano, Paolo Rossi e altri 25 giocatori alla Procura di Roma. Il risultato fu il cosiddetto Totonero: una slavina di condanne dai 3 mesi ai 6 anni per gran parte dei calciatori coinvolti.

La prima pagina della Gazzetta del 19 Maggio 1980

In questo clima surreale, una Nazionale azzoppata stacca il pass per Spagna ‘82. I ventitré che partiranno per il Mundial vengono scelti minuziosamente dal Vecio Bearzot, spesso per ragioni di cuore.

Il Vecio vuole puntare su Paolo Rossi, che quattro anni prima era stato strepitoso in Argentina, nonostante sia rientrato ad Aprile dopo due anni di squalifica. Per questo motivo lascia a casa il capocannoniere del campionato Roberto Pruzzo per portarsi Ciccio Graziani e Spillo Altobelli, insieme a Rossi.

Per risollevare l’animo del paese serve un grande nazionale, ma quei ragazzi sono abbandonati da tutto e da tutti.

Più Under Pressure di così non si può.

Arrivati in ritiro, gli Azzurri si chiudono in silenzio stampa. La situazione è sul punto di esplodere e le tre partite del girone non aiutano: 0-0 con la Polonia, 1-1 col Perù e 1-1 col Camerun, passati per differenza reti.

Il secondo gironcino, quello che porta alla Semifinale, è devastante: l’Argentina di Maradona e il Brasile di Zico. Ma è nel momento decisivo che si vede la forza del gruppo: per fermare il Pibe de Oro, che ha solo 22 anni ma ha già fatto capire chi è, Bearzot lo affida a Claudio Gentile, che spenderà una ventina di falli e un cartellino giallo pur di non fargli prendere palla. Contro il Brasile, invece andrà su Zico e lo annullerà completamente.

Gentile e la sua soffocante marcatura su Zico

Per battere i Verdeoro il Vecio tira fuori la sua carta vincente: Paolo Rossi. Si, proprio Paolo Rossi, l’uomo simbolo del Totonero, colui che è stato aspettato fino all’ultimo. Tre gol al Brasile, due alla Polonia in semifinale e uno alla Germania Ovest in Finale. Risultato 6 gol in tre partite, Mondiale e Pallone d’Oro.

Paolo Rossi, l’uomo che ha fatto piangere il Brasile.

Sulle tribune del Bernabeu, un simpatico ragazzo di 86 anni che di nome fa Sandro e di cognome Pertini, si alza in piedi, si volta verso gli illustrissimi ospiti col sorriso stampato sul volto e agita le mani. Aveva ragione, perché ormai sul 3-0 i tedeschi NON CI PRENDONO PIÙ.

Pertini esulta in tribuna al terzo gol di Altobelli.

L’Italia si rialza dopo la disfatta. Come Freddie Mercury ha saputo tirare su i Queen dopo il primo loro insuccesso, togliendo dal cilindro un capolavoro del rock, Bearzot, accusato di giocare un calcio vecchio, ha portato al successo un gruppo di ragazzi a cui nessuno credeva.

Lascia un commento