L’arma letale

Published by

on

Si dice, da sempre, che la perfezione non esiste, ma se c’è un uomo che può dire il contrario senza essere contraddetto, quello è senza dubbio Ferdinand Lewis Alcindor Jr nato il 16 Aprile 1947 ad Harlem, il quartiere nero di New York.

Ok, il nome probabilmente non vi dice niente ed effettivamente vi do ragione, perché dal 1971 tutto il mondo lo conosce col suo nome islamico: Kareem Abdul-Jabbar che in arabo significa “nobile servo dell’onnipotente” o una cosa del genere. Ad oggi il miglior marcatore della storia dell’NBA con 38’387 punti in venti stagioni.

Il giovane Lew Alcindor ai tempi del college

È un giocatore atipico: per la prima volta in NBA arriva un centro dal fisico esile e slanciato, rapido ed elegante, che si discosta nettamente dalla tradizione del ruolo, fatta da veri e propri giganti (Shaquille O’Neal, per dirne uno). Per segnare così tanti punti, oltre alla straordinaria abilità nel volare al ferro, è necessario un colpo devastante, capace di muovere la retina praticamente ogni volta. E visto che il tiro da 3 non è concepibile per un uomo con 228 centimetri di apertura alare e che la NCAA nel 1967 bandì le schiacciate, Kareem ai tempi del college s’inventò il gancio cielo o Sky-Hook che dir si voglia: l’arma più letale mai sperimentata su un parquet.

Kareem Abdul-Jabbar si esibisce nel gancio cielo in maglia Lakers

La differenza tra il suo gancio e quello degli altri è una sola: l’altezza. Sfruttando lo slancio dell’intero corpo, il pallone viene rilasciato ad un’altezza superiore ai tre metri, dove nessuno poteva arrivare. Per renderlo ancora più infallibile ci aggiunse due particolari: è perfettamente ambidestro e l’altro braccio serve a tenere il difensore a debita distanza.

In vent’anni di NBA giocherà con due sole casacche: quella dei Milwaukee Bucks che bruciarono la concorrenza al draft del ‘69, a cui regalerà il primo e unico titolo, e quella gialloviola dei Los Angeles Lakers.

A Los Angeles qualche anno dopo arriverà un altro fenomeno, di cui ci sarebbe da parlare ad ore, vi dico solo che si chiama Earvin Johnson Jr e se tutti lo chiamano Magic Johnson un motivo probabilmente c’è. Insieme daranno inizio allo Showtime, il resto è semplicemente storia.

Magic Johnson e Kareem Abdul Jabbar in maglia gialloviola

Lascia un commento