Professione terzino

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-“Claudio, quanti sono i comandamenti?”
-“Dieci, mister.”
-“Sbagliato, sono undici: tu non lo devi far girare.”
Si può riassumere così, con un meraviglioso dialogo fra Claudio Gentile e il Vecio Bearzot, la marcatura su Maradona.


Bearzot è reduce dall’esperienza di tre anni prima, quando fu chiamato ad allenare la selezione del Resto del Mondo contro l’Argentina campione del mondo in carica. Maradona era in campo quel giorno, non aveva nemmeno vent’anni ma fece impazzire tutti.

Il Vecio lo affidò a Tardelli, perché El Pibe non poteva essere marcato negli ultimi 30 metri, andava fermato lontano dalla porta. Tardelli però, non riuscirà ad arginare il baby fenomeno e verrà anche espulso.


Siamo al Sarrìa, l’altro stadio di Barcellona, è un caldissimo pomeriggio di fine Giugno, anno di grazia 1982. Fra poco si giocherà Italia-Argentina, rivincita dell’ultima sfida del gironcino del ‘78, quando la spuntarono gli azzurri con Bettega.
Stavolta però, non lo farà marcare da Tardelli, ma da Claudio Gentile.
Gheddafi, così veniva chiamato Gentile (ovviamente coniato dal maestro Brera), ha un solo compito: tenere lontano Maradona da Zoff. Lo inseguirà ovunque, su e giù per il campo, gli causerà una crisi di nervi e per tenerlo distante da Zoff, spesso e volentieri ha utilizzato mezzi non troppo delicati. Le statistiche dicono 22 falli commessi da Gentile su Maradona ma il Pibe verrà cancellato dalla partita e al resto ci pensano Tardelli e Cabrini.

Claudio Gentile porta a spasso il Pibe per il Sarría

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