Lungo le strade del Nord della Francia, una famiglia felice si sta dirigendo a casa. Alla guida c’è il papà, affianco a lui la mamma e dietro nel seggiolino un bimbo di soli due anni. All’improvviso un impatto violentissimo contro un camion, un incidente gravissimo. La coppia rimarrà miracolosamente illesa, invece il bimbo, dall’impatto balzerà fuori dal seggiolino. Un urto violentissimo, si salverà ma i segni di quel giorno se li porterà per sempre dietro. Portato d’urgenza all’ospedale, serviranno più di cento punti per potergli cucire il volto. Lasciandogli inesorabilmente una cicatrice sul lato destro.
Da lì in poi saranno anni difficili, l’infanzia, l’adolescenza, sempre con gli occhi puntati addosso. “Quando sei bambino e hai una cicatrice come la mia, non è per niente facile conviverci, perché le persone ti fissano, ti criticano, ti offendono.. sentivo spesso la frase: ‘Guarda la sua cicatrice, è grandissima, è orrenda’… Ovunque andassi, loro mi fissavano, non perché fossi un bravo ragazzo, non perché mi chiamassi Franck, non perché fossi bravo a giocare a calcio, era solo legato al mio aspetto. Eppure non ho mai versato una lacrima, non mi sono mai messo a piangere, anzi a dire la verità, lei, è stata la mia forza. Non avevo tempo per i giudizi degli altri, ero troppo preso ad inseguire il mio sogno: diventare uno dei calciatori più forti del mondo”.
Ci sei riuscito Franck, ci sei riuscito alla grande. Sei riuscito a far parlare di te, non per il tuo aspetto ma perché eri il più forte di tutti.
Buon Compleanno Franck.



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