Gravina, sei ad un bivio

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Il giorno dopo la partita lo si conosce, soprattutto dopo una sconfitta importante come quella ieri della Nazionale: sveglia, colazione e dritti sui social. Lì ci si renderà conto dell’eliminazione magari non completamente metabolizzata perchè, ad esempio, si era con amici e farsi assalire dalla tristezza non è il giusto “mood”.

Su Facebook, Instagram o Twitter parlano ancora del match e le critiche sono le stesse: “Spalletti ha sbagliato le convocazioni e la formazione” oppure “i giocatori sono scarsi”, con critiche anche specifiche verso i vari Dimarco, Di Lorenzo (soprattutto), Cristante, Scamacca… Ora, non si mette in dubbio il fatto che questi giocatori qui non abbiano reso come ci si aspettava e che diversi giocatori sarebbero stati più adeguati, però ci si scorda ben presto della persona che, nonostante cambino allenatori, progetti o momenti della squadra (ad esempio un Europeo vinto o una non qualificazione al Mondiale) è sempre lì, bello al caldo: Gabriele Gravina.

pic by FIGC

Il signor Gravina, nato a Castellaneta e classe ’53, è il presidente della FIGC dal 2018 e addirittura vice presidente UEFA da un anno. Con lui si sono susseguiti pochi alti e molti bassi ma lui di fare un passo indietro o emanare qualche riforma non interessa e anzi, per lui va bene così. Queste sono le dichiarazioni rilasciate il 26 ottobre 2023 dopo che l’ennesima richiesta di dimissioni, dichiara:”

Sento parlare di mancanza di risultati, evidentemente amiamo ricordare solo un aspetto negativo. Accetto le critiche perchè ci fanno crescere, ma devono essere leali. Dopo sessanta anni abbiamo vinto un Europeo, dopo venti un campionato d’Europa Under 19, secondi al Mondiale Under 20, campioni d’Europa nel beach soccer, abbiamo centrato il terzo posto alla Nations League, ottenuto l’assegnazione di Euro 2032 – e continua – Perché non andate a vedere i progetti sociali, cosa facciamo nelle scuole.

Certo, abbiamo vinto un Europeo e conquistato un terzo posto in Nations League, ma una Nazionale campione del Mondo quattro volte e d’Europa due non si può accontentare certo di questo e deve aspirare almeno a qualificarsi alla rassegna Mondiale, cosa che non è accaduta. I “progetti sociali”, ma stiamo scherzando? In Spagna, Francia, Inghilterra e Germania hanno accademie calcistiche dove lo sport e lo studio sono coltivati in maniera parallela ed hanno un sistema migliore del nostro e più al passo con i tempi mentre noi ci dobbiamo pure stare zitti e accontentare di progettini nelle scuole calcio (che poi, ci sarebbe da fare un lungo discorso su quello, ma rimaniamo sul nostro amico). Sai quale cosa li accomuna? Tutti sono stati istituiti dopo momenti difficili delle loro nazionali, con l’esempio più vicino a noi quello della Francia che, dopo la non qualificazione ai Mondiali del ’90 e ’94, ha creato Clairefontaine. Eppure dopo la clamorosa esclusione dal Mondiale del 2022 in Qatar aveva promesso riforme a destra e manca e invece, come sempre, si è rivelato falso e la buona Nations League del 2022/23 ha già fatto dimenticare, nella sua testa, il secondo disastro mondiale. Per non parlare della riforma dei campionati che avrebbe dovuto ridurre il numero di squadre professionistiche per la “competitività” e invece è ancora bloccato.

pic by Lega Nazionale Dilettanti Friuli Venezia Giulia

Vero, i nostri settori giovanili stanno facendo bene ma dobbiamo mettere in conto una cosa: questi giovani, nei nostri club, non hanno spazio, come Desplanches al Palermo che, dopo essere stato nominato miglior portiere del Mondiale U20, non è riuscito a trovare tanto spazio fino all’arrivo di Mignani. Oppure Camarda, autore di grandi prestazioni e numeri all’Europeo U-17 che però il Milan fatto esordire solo una volta, cosìcome Zeroli (sempre dei rossoneri) che, nonostante i vari infortuni sulla fascia destra, ha fatto solo 4 presenze e tutto da subentrato. Oltre alle idee quindi manca il coraggio, con i club italiani che preferiscono pagare fior di milioni per uno straniero piuttosto che concentrarsi sulla crescita dei settori giovanili e Gravina, attraverso riforme, dovrebbe intervenire per incitare le squadre a osare con i ragazzi del proprio vivaio. È stato fatto? In parte si, con la creazione delle U23 che comportano due problemi: il primo è che i club di Serie C si lamentano continuamente perchè paura di non far nascere nuove realtà calcistiche e, secondo, non tutte le squadre se lo possono permettere, ritrovandosi in una situazione di “tutto nuente”.

A causa delle sue riforme promesse e non fatte, ha avuto vari scontri con le Leghe A e B che lo hanno aspramente criticato del suo operato e per le sue continue lamentele verso le critiche a lui arrivate. Infine i casi giudiziari, con riferimento soprattutto al caso plusvalenze in cui è stata coinvolta la Juventus lo scorso anno, gestiti molto male per tempistiche delle pene (onestamente, togliere, ridare e ritogliere punti in un campionato ha condizionato la squadra bianconera).

Ora due strade: o intraprendere un progetto serio di investimento verso i settori giovanili, riforma campionati e diritti TV (tema anch’esso caldo e senza soluzione, ad ora)  oppure rassegnare le dimissioni. Ma state certi: non farà nessuna delle due e, speriamo di no, non cambierà niente, aspettando un’altra buona Nations League, sempre al suo posto e a dare lezioni di competenza al Ministro dello Sport.

pic by Il Messaggero

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